Istituto Comprensivo Nord di Prato

Il profondo sgomento generato in tutti noi dalla notizia del bambino di 6 anni deceduto a seguito della caduta nella tromba delle scale della scuola di Milano, nasce, oltre che da sensibilità umana, da una particolare coscienza derivata dall’esperienza di tutti i giorni. Chi opera nella scuola sa cosa vuol dire avere sotto la propria responsabilità figli di altri, azione di per sé impegnativa e delicata, soprattutto se compiuta in condizioni materiali, organizzative e normative non ideali. Qui si fa riferimento alla sicurezza di spazi e impianti, alla adeguatezza delle dotazioni organiche di docenti e Ata, alla attribuzione di funzioni e responsabilità a norma di legge. A questo si aggiunge l’ineliminabile rischio connesso al processo di crescita e al necessario agire autonomo degli alunni.

 

In attesa della conclusione delle indagini che dovranno accertare le cause dell’incidente e che attendiamo con il dovuto rispetto, il nostro pensiero va ai genitori del piccolo alunno e al loro immenso dolore. Cogliamo altresì l’occasione per riaffermare di fronte a tutti l’esigenza di garantire normali condizioni di sicurezza e di prevenzione a supporto delle esperienze educative. Diritto all’istruzione e diritto alla salute non possono essere in conflitto tra loro. 

 

La tragedia di Milano chiama l’intera comunità scolastica – genitori, docenti, collaboratori, dirigenti, amministratori – ad un’azione ancor più consapevole, nel progettare, nell’organizzare, nell’agire responsabilmente sui temi della sicurezza a scuola. Potrebbe auspicabilmente diventare occasione di confronto e di riflessione in classe, in sezione, nei momenti collegiali.