Ultima modifica: 17 Aprile 2021
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26 Marzo 2021: “M’illumino di meno: Salto di specie”

A26 Marzo 2021: “M’illumino di meno: Salto di specie”

Anche quest’anno il nostro Istituto aderisce all’iniziativa 

“M’illumino di meno”

M’illumino di Meno è la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili lanciata da Caterpillar e Radio2 nel 2005: l’edizione 2021 torna venerdì 26 marzo ed è dedicata al  “Salto di specie”,  l’evoluzione ecologica nel nostro modo di vivere che dobbiamo assolutamente fare per uscire migliori dalla pandemia.

Infatti, con un salto di specie, da un pipistrello a un pangolino, dal pangolino all’uomo, un virus ha messo in ginocchio la specie umana e abbiamo capito quanto siamo fragili.

Adesso tocca alla specie umana fare un salto di specie, un’evoluzione nel nostro modo di abitare il pianeta. Ognuno di noi è chiamato a diventare più green, più responsabile, più sostenibile, più efficiente, più intelligente, più in armonia con il pianeta. Bisogna fare un salto in avanti: in tanti modi, in tanti ambiti.

NOI CI CREDIAMO e col nostro progetto #ICNforfuture lo stiamo dimostrando.

 COSA POSSIAMO FARE: “Chi salta di più?”

Ecco una proposta per la scuola Secondaria di Primo Grado

Raccontateci i piccoli e grandi salti di specie nelle vostre vite. Quelli già fatti e quelli in programma: dalla mobilità all’abitare, dall’alimentazione all’economia circolare (lascio l’auto e cammino di più a piedi, riciclo imballaggi in modo creativo, rinuncio ad imballaggi di plastica, uso il bus, ecc.).

Realizza un disegno originale realizzato a mano o con il digitale, con una scritta se vuoi, che descrive il tuo “salto di specie”. Manda il tuo elaborato nominando il file con “CognomeNomeClasseSezione” (es. RossiMario1X) tramite questo form:

https://forms.gle/iJYRS6xsy5JJKj6d7

entro il 5 aprile 2021, i lavori più originali verranno successivamente pubblicati sul nostro sito. 

Per informazioni Alessandra Matteucci, Laura Ponzecchi, Ilaria Signori, Dario Gelo.

BUON M’ILLUMINO DI MENO 2021 a tutti!

Sito iniziativa Rai Radio2, collegamento ven. 26 Marzo ore 18,00.

https://www.raiplayradio.it/articoli/2017/11/Millumino-di-Meno-5f36dba8-24f8-4480-9235-080b2db021de.htm

 


Da ormai molti anni la trasmissione radiofonica Caterpillar (Rai Radio 2) ci invita ad un gesto simbolico e, nel contempo, a un rito collettivo per ricordarci i guai del pianeta e l’associata, urgentissima, irrinunciabile esigenza di salvarlo e di salvare noi stessi. L’Istituto, come fatto in passato, aderisce all’iniziativa con convinzione ed entusiasmo riflesso di una coscienza ecologista ormai radicata in tanti docenti. Saluto, a nome di tutti, i Proff. Alessandra Matteucci, Ilaria Signori, Laura Ponzecchi, Dario Gelo e li ringrazio per il loro impegno.

L’edizione 2021 capita in un momento speciale come si sa. Per noi aderirvi non è comunque un caso. Da tempo sono in piedi nella nostra scuola una pluralità di azioni con lo stesso fine ambientalista. Ricordo la recente e trasversale introduzione di Educazione Civica e, al suo interno, il nucleo concettuale “Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio”. Ricordo lo storico progetto Orti Scolastici e il più recente #ICNForFuture che volutamente riecheggia e si ricollega al movimento mondiale di Friday For Future noto anche come sciopero scolastico per il clima.

Quest’ultimo è il segno che una nuova generazione di attivisti per l’ambiente è nata. Ce n’è veramente bisogno. Una generazione che sembra aver inquadrato, finalmente, le cause strutturali del problema e le soluzioni su cui puntare: esse non risiedono tanto nei comportamenti dei singoli che pure sono da promuovere – in questo la scuola è in prima linea – nella direzione di avere sempre più persone informate, responsabili, coscienti, attente ai consumi, ecc. ecc., quanto piuttosto nelle scelte e nel ruolo della politica e di tutti coloro che a vario titolo amministrano qualcosa: è dalle loro decisioni, infatti, che dipendono in  misura significativa i comportamenti e, soprattutto, la qualità delle relazioni che intercorrono tra gli esseri umani e tra questi e l’ecosistema. In una parola, è dalle loro decisioni che dipende la concreta cultura (da latino colĕre, “coltivare”, avere una passione, prendersi cura) espressa da una comunità. Quello della politica (e con essa l’azione formativa della scuola) è un ruolo decisivo per cambiare sul serio le cose. Occorre fare in modo che i cittadini del mondo attuale e futuro non subiscano passivamente gli effetti della sola legge che i mercati riconoscono per se stessi in modo spontaneo – quella del massimo profitto – in nome della quale, senza correzioni o limitazioni, si sfruttano allo stesso modo le foreste dell’Amazzonia e i lavoratori di Amazon. “Come osate?”, ha chiesto Greta Thunberg ai leader mondiali durante il suo appassionato discorso al vertice delle Nazioni Unite. “La gente soffre, muore, interi ecosistemi sono al collasso. Siamo alle porte di un’estinzione di massa e voi parlate di denaro e di crescita senza limiti. Come osate?”.

Greta mi ricorda un dato anagrafico e un cambio di ruolo che ho subito di recente. Sarà forse per questo che avverto quest’anno in un modo speciale l’adesione a “M’illumino di meno: Salto di specie”. Mi sia perdonata un’incursione nel privato, ma da alcuni mesi sono diventato nonno e non posso fare a meno di pensare al mondo che si lascerà a questo nipote così come a tutti gli altri bambini e bambine. E per esprimere quel che penso e sento dentro, parole migliori non trovo di quelle offerte da un grande scrittore e uomo di scuola italiano quale è Domenico Starnone. Nella sua rubrica su Internazionale di qualche settimana fa, ha avuto infatti pensieri di tal genere, se non tali appunto. Eccoli qua.

(Ds Riccardo Fattori)

 

Parole 

Domenico Starnone 

Gli occhi del futuro 

 

Esercizio mattutino (evitare di farlo la sera, se no non si dorme). Si richiamino alla mente le date di nascita di figli e nipoti. Si aggiungano ottanta anni a quelle date, inutile abbondare. Dopodiché si prendano in prestito i loro occhi, si scivoli dentro le loro teste, si guardi alle loro vite future su questo pianeta con tutto l’affetto di cui si è capaci. Be’, l’esperienza è terribile. Su di loro si abbatterà molto ma molto più che le piaghe d’Egitto. Non è questione di debito pubblico o lavoro. Essi vedranno l’estinzione delle più svariate forme di vita, il pianeta brucerà, si sommeranno carestie a inondazioni, guerre di estrema ferocia a migrazioni incontenibili; senza dire che il virus odierno sarà una bazzecola al confronto con quelli che arriveranno. E non si tratterà di una serie televisiva ben fatta con personaggi ben interpretati. A vedere ogni possibile orrore sarà proprio, in carne e ossa, che so, mia nipote, nata nel 2017. E non lo posso sopportare. Anche perché, durante l’esercizio di immaginazione, è vietato aggrapparsi a un “forse”, bisogna pensare che succederà di certo. Solo dopo è permesso premettere a “certo” un “quasi”, ma per potersi tirare su e far esplodere una rabbia attiva contro chiunque, in alto e in basso, minimizzi i guasti che abbiamo fatto al pianeta e il disastro che incombe.

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